Il 118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza – SSUEm 118 o più semplicemente Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica – SUEM 118) è il numero telefonico attivo in Italia per la richiesta di soccorso medico per emergenza sanitaria. È un numero unico nazionale, attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, gratuito su tutto il territorio, sia da telefoni fissi che mobili. È stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 (Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza).

Il numero svolge il compito di unico referente nazionale per le emergenze sanitarie di ogni tipo. La gestione e l’organizzazione del servizio possono essere di competenza regionale (in forma di azienda sanitaria regionale autonoma), provinciale oppure deputati alle singole Aziende Sanitarie Locali.

Il numero 118 come da decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 12 novembre 2009, a partire dal luglio 2011 sarà sostituito dal numero unico di emergenza 112.

La chiamata viene smistata automaticamente alla centrale operativa 118 più vicina al chiamante. In genere si tratta della centrale territorialmente competente, ma può accadere che ve ne sia un’altra più vicina. In questo caso, la centrale che risponde trasmetterà la richiesta di soccorso alla centrale 118 di competenza.

Nelle centrali operano medici, infermieri e tecnici con specifico addestramento; la procedura prevede una valutazione immediata del livello di gravità della chiamata. Il personale al momento della risposta:

  • localizza l’evento, tramite un software gestionale dedicato dotato di modulo cartografico (sistema informativo geografico).Per permettere un soccorso efficiente è necessario che vengano forniti tutti i dati necessari a raggiungere il punto dell’emergenza, evitando confusioni tra località omonime o assonanti;
  • valuta la gravità dell’evento, ponendo alcune domande semplici al chiamante, e attribuisce all’emergenza una priorità di intervento;
  • invia i mezzi di soccorso idonei all’emergenza e al suo livello di priorità. I mezzi più comuni sono le ambulanze, l’automedica o l’intervento di elisoccorso.

All’atto della chiamata il chiamante deve attenersi esclusivamente alle richieste dell’operatore, evitando di scendere in dettagli non richiesti.

Le domande, poste secondo il protocollo, riguardano principalmente:

  • Dove è il luogo dell’emergenza: vanno indicati il comune, la via e il numero civico più vicino. Se necessario, bisogna segnalare eventuali difficoltà sul percorso che potrebbero ostacolare i soccorsi. Se disponibili, e se richieste dall’operatore, potrebbero risultare utili, specialmente per l’intervento dell’elicottero, le coordinate (latitudine, longitudine) rilevate dal GPS
  • Cosa è successo: il chiamante deve dare in modo sintetico tutte le informazioni di cui è a conoscenza, specificando:
  • Tipologia dell’evento avvenuto
  • Livello di coscienza della vittima e se la vittima ha respiro e circolo o meno.
  • Descrizione della scena e dettagli come presenza di persone incastrate, principi di incendio, sostanze chimiche o pericolose, edifici pericolanti, intralcio al traffico…
  • Identificazione del chiamante: viene verificata l’autenticità della chiamata. Il passaggio può essere omesso laddove vi sia la possibilità di identificare il chiamante tramite il numero di telefono o dove siano presenti i sistemi di riconoscimento automatico del chiamante.
  • Recapito telefonico: può essere richiesto (nel caso non sia disponibile automaticamente) per eventuali contatti da parte della Centrale Operativa in caso di necessità, richiesta di chiarimenti o di comunicazioni.

È molto importante che la comunicazione sia chiusa solo dall’operatore, mai dal chiamante, per accertarsi che siano stati comunicati tutti i dati. Dopo la chiamata, è dovere del chiamante tenere il telefono libero.

I codici di priorità

Ogni richiesta è trattata secondo uno schema di codici di priorità, con la tecnica del Triage. L’evasione delle richieste non segue l’ordine cronologico delle telefonate, ma dà maggiore urgenza alle chiamate dove il rischio per l’interessato è maggiore.

Ad ogni grado di priorità è assegnato un colore:

  • Codice Verde: è il codice di priorità minore, e viene usato nel caso in cui non siano compromesse le funzioni vitali del paziente. Tipici codici verdi sono piccole lesioni, dolori o patologie in cui il paziente è comunque stabile.
  • Codice Giallo: in caso la condizione del soggetto sia a rischio, ed il paziente non sia quindi stabile. Una forte dispnea ovvero difficoltà respiratoria, emorragie, ustioni di secondo grado non troppo estese o sospette lesioni ad organi interni sono solitamente codici gialli.
  • Codice Rosso: indica la massima urgenza. Il paziente ha una o più funzioni vitali compromesse, quindi è incosciente, o in arresto respiratorio o cardiocircolatorio. Secondo nuove direttive, anche il dolore toracico irradiato in una persona cosciente è dato come codice rosso per sospetto infarto del miocardio.

Tutti questi codici sono sia di uscita che di rientro, ovvero possono essere utilizzati per definire l’urgenza sia del viaggio dell’ambulanza verso il luogo dell’evento, sia del trasporto del paziente verso l’ospedale. In alcune realtà i codici-colore di rientro sono sostituiti da codici numerici da 1 a 3, in ordine crescente di gravità. Il codice di rientro viene stabilito dal personale dell’ambulanza in base alla valutazione del paziente, in alcuni casi dopo un consulto con il personale sanitario della centrale operativa.

Vi è anche il cosiddetto Codice Bianco, che indica l’assenza di urgenza, o viene usato nei casi in cui il paziente presenta lievi patologie, che dovrebbero essere viste dal medico curante. È detto anche priorità 1 o taxi sanitario, e può essere soggetto a ticket. Nei codici bianchi rientrano anche i trasporti senza emergenza per consentire al malato di effettuare terapie ospedaliere. Solo molto raramente viene effettuato dalle ambulanze del 118, e viene più frequentemente girato alle “croci” volontarie. Alcune organizzazioni usano il codice bianco anche per i trasporti rifiutati dal paziente. L’applicazione del codice bianco non è uniforme all’interno dei vari gruppi di assistenza, ed in alcuni può essere assente.

Esiste infine un ultimo codice, il Codice Nero (oppure Codice Azzurro o codice 4). Viene dato solo a constatato decesso da parte di un medico (anche se, per ovvi motivi, chiunque può essere in grado di stabilire che una persona è morta quando è in avanzato stato di decomposizione, gravemente mutilata, carbonizzata o altro; il medico è l’unica figura sanitaria abilitata a constatare legalmente un decesso) ed è un codice di solo rientro. Il defunto non può essere trasportato in ambulanza e si deve attendere l’autorizzazione dell’autorità alla rimozione dopo l’arrivo del medico legale. La rimozione di cadavere è, infatti, punibile a norma di legge. Una salma può essere trasportata in ambulanza solo se la persona è deceduta quando era già a bordo del mezzo stesso.


Intervento

Una volta accolta la chiamata, l’infermiere della Centrale Operativa passa la scheda dati ad un operatore radio, che sceglie il mezzo più idoneo disponibile della zona di competenza (o la più vicina al luogo dell’incidente) alla quale passare il servizio.

L’equipaggio dell’ambulanza riceve l’indirizzo, il nominativo del paziente ed un codice (che può riunire il codice di priorità ed altri dati come il tipo di intervento e la zona geografica), l’orario ed un numero identificativo del servizio. Solo nei casi più gravi vengono anche date informazioni personali sullo stato del paziente, poiché le comunicazioni via radio sono soggette a rischi riguardanti la privacy per quanto possibile.

Esistono tre tipologie di ambulanze:

Una automedica dell’Areu lombarda

  • Mezzo di soccorso di base (MSB): Con a bordo solo soccorritori.

Prevede la presenza di almeno 2 (in alcune regioni 3) soccorritori qualificati ai servizi 118 con certificazione regionale ed eventualmente BLS-D (uso del defibrillatore semiautomatico); uno di essi copre il ruolo di autista e un altro quello di capo-servizio, e un altro ancora quello di “Soccorritore”. Al regolare equipaggio di 3 persone può essere aggiunto un “Allievo soccorritore” (noto come “Quarto”) in corso di addestramento (Tirocinio).

  • Mezzo di soccorso intermedio (MSI): oltre ai soccorritori prevede nell’equipaggio un infermiere.
  • Mezzo di soccorso avanzato (MSA), detto anche ambulanza medicalizzata: nell’equipaggio sono compresi uno o due soccorritori (di cui uno autista), un infermiere e un medico, spesso anestesista-rianimatore, provenienti dai reparti di pronto soccorso o direttamente dalla centrale operativa..

Un altro tipo di MSA è l’automedica, un’automobile non adibita al trasporto dei pazienti e che, guidata da un soccorritore, trasporta medico ed infermiere sul luogo dell’evento in supporto ai mezzi di base (MSB): in caso di necessità essi seguiranno il paziente a bordo dell’ambulanza.

In caso di incidenti stradali, la Centrale Operativa provvede ad allertare la Polizia Stradale o la Polizia Municipale per i rilievi e la gestione del traffico veicolare nel luogo del sinistro, e se necessario i Vigili del Fuoco per il soccorso tecnico. All’occorrenza il 118 può anche richiedere l’intervento delle squadre di soccorso alpino.

Arrivati sul posto, il personale sanitario procede alla valutazione dell’infortunato e, dopo le manovre di stabilizzazione/primo soccorso ed il caricamento (se ritenuto necessario), decide un codice di rientro e chiede la competenza dell’ospedale. Non sempre si viene inviati all’ospedale più vicino, in quanto la patologia del paziente può richiedere un ospedale con reparti più qualificati, come un centro traumatologico, pediatrico, oftalmologico e così via. All’arrivo in Pronto Soccorso, l’infermiere del triage rivaluta il paziente, e stabilisce il codice colore con cui sarà trattato nel reparto.

Nel caso sia necessario un trasporto rapido a grande distanza, o se la località dell’evento è difficilmente accessibile, può essere inviato l’elisoccorso, che trasporta medico, infermiere e un tecnico del verricello (oltre al pilota e al tecnico di volo) e che ovviamente possono caricare il paziente per trasferirlo nell’ospedale più adeguato.